ARCHEOMETALLURGIA

 

Fin dall'inizio dei lavori di prospezione condotti in Sardegna lo scrivente aveva modo di effettuare osservazioni sul peso esercitato dalle molteplici georisorse dell'isola nelle testimonianze lasciate dalle popolazioni di età preistorica e protostorica, a partire dalle prime industrie litiche fino ai prodotti del trattamento dei metalli. L'archeomineraria e l'archeometallurgia entravano quindi a far parte del quadro d'interesse scientifico dello scrivente, che partecipava a gruppi di lavoro multidisciplinari, apportando la propria competenza nel campo delle indagini sul terreno, della campionatura nonché della gestione e del trattamento dei dati d'analisi provenienti dalla campionatura stessa.
Il primo approccio a questo filone di ricerca è stato preceduto da una analisi e ricostruzione mirate della storia geogiacimentologica della Sardegna, concretizzate nella pubblicazione del lavoro "Outline of Geology and Mineral Deposits of Sardinia, Italy".
In particolare, ha contribuito sostanzialmente alla costituzione del database relativo agli isotopi del piombo delle galene sarde, con l'individuazione dei tre diversi campi di esistenza dei rapporti isotopici. Si possono così suddividere ed identificare piombi diversi per genesi e cronologia, caratteristici dei solfuri cambrici, di quelli ercinici e di quelli appartenenti a mineralizzazioni polimetalliche stratoidi ordoviciano-silurico-devoniche. Conseguentemente, l'analisi statistica condotta sui rapporti isotopici dei piombi provenienti da, o raccolti direttamente in diversi siti sardi di età nuragica permetteva di attribuirne l'origine alle galene provenienti dai giacimenti del Cambrico iglesiente, consentendo quindi di documentare con notevole attendibilità una nuova visione dell'evoluzione storica delle industrie sarde del metallo, appartenenti all'età del Bronzo, a beneficio di un importante capitolo riguardante i beni culturali dell'Isola (Prodotto selezionato dal CIVR - Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca, nell'ambito della Valutazione Triennale della Ricerca, panel: 15f Scienze e tecnologie per la valutazione e la valorizzazione dei beni culturali, classe A).
Analoga partecipazione dello scrivente si ha nello studio riguardante il problema dello stagno ampiamente utilizzato in Sardegna nella metallurgia nuragica per la fusione dei famosi "bronzetti", finora considerato di provenienza di alcune mineralizzazioni sarde che, invece, si dimostrano totalmente ininfluenti, permettendo di attribuire a tale metallo una origine sicuramente esterna.
Altro contributo si ha nella pubblicazione "The Sardinian Mineral Deposits in the Bronze Age", in cui vengono analizzate le caratteristiche quali-quantitative dei giacimenti sardi di possibile interesse in epoca preistorica e protostorica, con cartografia della loro distribuzione nell'isola. In questo lavoro riveste particolare importanza la valutazione del peso attribuibile agli originari affioramenti, dal punto di vista della loro sfruttabilità ai fini di una primitiva produzione dei metalli.
Tramite le osservazioni di campagna e le indagini in archeometallurgia, condotte in collaborazione multidisciplinare con esperti del settore, sono emersi nuovi dati riguardo possibili siti presumibile sede di coltivazione e lavorazione di metalli in epoca antica. Tali dati riguardano, principalmente, indizi di attività metallurgica di epoca nuragica, e sono stati fatti oggetto di confronto, mediante un accurato esame, con la cartografia esistente. Questo studio ha consentito, inoltre, di ottenere una prima carta originale della frequenza della distribuzione dei nuraghi sull'intera isola, presentata al Convegno di Cagliari-Iglesias "Sardinian Metal Resources in the Bronze Age (Exploitation and Trade)" e pubblicata (Valera R.G., Valera P.G. (2006) "Georesources In Bronze Age -Sardinia". In: Instrumentum n° 23, Juin 2006, Éditions Monique Mergoil, Montagnac, pp. 37-39). Ulteriori studi sono in corso per determinare eventuali correlazioni esistenti tra insediamenti nuragici e anomalie in determinati elementi, soprattutto per Pb, Ag e Cu.


Paolo Valera

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